Gli emendamenti, sul decreto
Cresci Italia, approvati in Commissione Industria ed ora in attesa di essere
votati in parlamento, in tema di assicurazioni, rischiano ancora una volta, di
ledere i diritti dei danneggiati. Se non altro di quelli che non potranno
permettersi di dimostrare, attraverso costosi accertamenti diagnostici
strumentali, le micro (fino al 9% di invalidità permanente) lesioni subite a
seguito di un evento lesivo. L’intento delle compagnie e dell’ANIA, è chiaro:
non pagare più i colpi di frusta. E’ un jingle trito e ritrito. Sentito e
risentito. Le tariffe RCA non possono diminuire a causa dei costi dei sinistri,
troppo alti e soprattutto a causa dei “furbetti
del colpo di frusta”. La comunicazione dell’ANIA in tal senso è stata
assillante negli ultimi anni. Tanto che, qualcuno al governo, alla fine gli ha
dato ragione. Se l’emendamento passerà come è oggi noto, tra le critiche e lo
sdegno di patrocinatori e medici legali, sarà il tempo, come al solito, giudice
dell’efficacia del provvedimento come contrasto alle frodi e tentativo di
riduzione delle tariffe. Tralasciamo ogni commento, perché abbiamo già speso
molte parole in tal senso, in merito alla violazione dei diritti
costituzionalmente garantiti calpestati dalle lobbies più forti e potenti dei
cittadini danneggiati. E perché quel tempo del giudizio Generali l’ha già
anticipato come si legge in un articolo di “Milano Finanza”. 400 milioni di €
sarebbe il risparmio della compagnia del leone alato in caso di mancata
liquidazione dei danni permanenti sotto il 2%.
Quando si parla di lotta alla
frode o di modifiche al sistema assicurativo, sono sempre facili i riferimenti
ed i confronti tra l’Italia ed altri paesi europei, a detta dell’ANIA, più
virtuosi. E invece, come recita un vecchio adagio popolare: tutto il mondo è
paese! Pare proprio che la maglia nera in Europa per i maxi risarcimenti da
colpi di frusta spetti al Regno Unito. Tanto da indurre il premier, David
Cameron, ad indire un summit con i vertici delle maggiori assicurazioni (fra
cui Royal Bank of Scotland, Admiral,
Axa, Aviva e Zurich Financial Services), esponenti del governo e parti sociali per
elaborare un piano di misure da adottare al fine di porre un freno ai continui
aumenti dei premi assicurativi. Il peso dei “claims” per i presunti colpi di
frusta pesa per 2 miliardi di sterline (circa 2,4 mld di Euro).
È stato calcolato che i costi
legati alle false richieste di risarcimento per “whiplash” gravino mediamente
per 90 sterline all’anno (107 euro) sui premi dell’assicurazione auto degli
inglesi. Nel 2011 sono state presentate circa 554 mila richieste di
risarcimento, oltre 1.500 al giorno, rendendo necessario l’intervento del
governo. Che ha incassato il plauso bipartisan della House of Lords. Nello
scorso mese la Commissione parlamentare trasporti aveva parlato di un aumento del 70%
delle richieste di risarcimento danni alla persona nel settore auto negli
ultimi sei anni, a fronte di un calo del 23% del numero di vittime a seguito di
incidenti stradali. Nel 70% delle richieste si trattava di colpi di frusta.
Le misure di contenimento del
Governo Inglese fanno il verso a quelle italiane: scatole nere, accertamenti
diagnostici più mirati e riduzione delle competenze per il patrocinio legale.